Tuesday 7 December 2010

«Domus chiuse, a Pompei crolla anche il turismo»

From Patrimonio SOS:

«Domus chiuse, a Pompei crolla anche il turismo»
Susy Malafronte
Mattino - Napoli 7/12/2010

Soprintendenza senza fondi, ferma la trattativa con i custodi. Tour operator in rivolta

POMPEI. Non ci sono fondi e c'è carenza di personale: dal primo gennaio tredici domus dell'area archeologica di Pompei chiuderanno al pubblico. Crolli e mancanza di soldi riducono sempre di più le aree visitabili. L'associazione albergatori lancia un grido d'allarme: «Di questo passo l'economia campana crollerà a picco. Tra emergenza rifiuti, crollo dei monumenti e adesso l'annuncio della chiusura al pubblico di siti popolarissimi sarà difficile attirare tutisti. E se si ferma Pompei, si ferma l'intero comprensorio», avverte la presidente dell'Adap Rosita Matrone. Le domus «condannate» alla chiusura dal prossimo 31 dicembre, quando scadrà l'accordo del 2008 tra soprintendenza e sindacati, sono quelle degli Amorini dorati, del Menandro, di Sallustio, di Marco Lucrezio Frontone, di Obellio Firmo, dell'Ara Massima, dei Quattro Stili, di Casca Longa, di Giulio Polibio, dei Casti Amanti, della Fontana Piccola a Mosaico, del Foro Boario e il Termopolio. Incontri tra le parti non ne sono stati ancora fissati, ma anche se si svolgessero, fanno sapere in Soprintendenza, non porterebbero a nulla perché in cassa non ci sono fondi sufficienti. Eppure quell'accordo, che portò a individuare trenta figure professionali da destinare esclusivamente alla tutela di questo itinerario, ha fatto risparmiare al'ente qualcosa come 860mi1a euro che dovevano - essere reimpiegati per i lavori di restauro. Il personale fu infatti reclutato all'interno della Soprintendenza di Napoli e Pompei, senza ricorso a contratti esterni. Ora il blocco del turnover ormai decennale e la cronica mancanza di soldi rischiano di dare il colpo di grazia all'immagine del sito archeologico. Di fatto i visitatori dovranno limitarsi a girare tra le strade dell'antica città ammirando l'insieme, ma senza potersi concentrare su singole abitazioni, in alcuni casi esempi straordinari della vita quotidiana delle classi più agiate dell'epoca. «Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno le prenotazioni sono in calo. È prematuro ipotizzare l'andamento delle festività natalizie – sottolinea la presidentessa dell'Adap - e solo dal 15 dicembre potremmo calcolare le perdite in percentuale. Ad oggi posso, comunque, anticipare che la crisi c'è ed è molto profonda. La Soprintendenza non può lasciare un vuoto simile in un momento del genere, in cui si deve pensare a rilanciare Pompei e non certo affossare Pompei».

2 comments:

Massimo Betello said...

I am tired of people saying the lack of personell is caused by the Sovrintendenza, and accusing the Sovrintenza of shutting down turism in Campania. Everybody knows the Italian Government allocates a minimum percentuage of its revenue to culture: such attitude it similar to that of pretending to have a car perfectly working just putting gasoline and not fixing the engine problems and the rust which is corroding its body. If the Sovrintendenza is not given money and means to use it, there is no way it can face all the the problems, like the lack personell.
Besides, according to my information, the custodi are not employed directly by the Sovrintendenza, they should be paid instead by the Ministero. So the lack of custodi is caused by the Ministero directly, not by Sovrintendenza.
Such Italian article is again instrumental in creating a false sense of need for a private foundation to manage Pompeii.
I do not believe a private foudation would do more than engulf money and make some well connected people wealthier.

Jo Berry said...

Well said, Massimo! I agree entirely.

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